Il molo di Lerici 1800: Le tartane che portavano il carbone di legna coperte con i “cagnara”, le grandi tende per ripararsi dagli acquazzoni.
Il 30 luglio 2012 muore Chris Marker lasciandoci affascinati dal suo linguaggio e abbacinati dalle sue visioni. Lo stesso giorno, a Lerici, ci siamo incontrati all’apertura dello spazio/esperienza RUN, luogo grembo che ci avrebbe ospitati per sette giorni, tre settimane dopo.
Siamo partiti da una riflessione sul luogo e sulla sua collocazione: il toponimo “carbonara”, attribuito alla costa che discende dalle alture di Lerici, non lascia dubbio alcuno al fatto che sulle colline vi erano case con fornaci per fare il carbone di legna; un documento ufficiale riportato sul libro “Lerici e il mare” lo conferma. La vox popoli dice che lo spazio RUN era proprio uno dei locali adibito allo smercio del combustibile per le navi che, prima della costruzione della adiacente piazza Garibaldi, attraccavano per rifornirsi.
Per una decina d’anni, fino alla metà degli anni ’90, il luogo accoglieva lo studio di un tatuatore.
L’allestimento è concepito riflettendo sull’unione temporale delle due situazioni, il passato remoto e quello postmoderno, riportandole al presente, all’attimo che stiamo vivendo.
Nero è il segno del carbone, del fumo, del lutto per Marker e del tatuaggio, in quanto “le signe sur le mur” è l’unione dei segni indelebilmente impressi sui nostri corpi.
alessiogianardi_danielaspaletra, agosto 2012
(1)
Sono senza ricordi, senza progetti.
I loro si costruiscono attorno ad essi,
col solo scopo di recuperare il sapore dell'attimo che stanno vivendo
e dei segni sui muri.
Chris Marker, Il molo, 1962
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